Oggi ricorre la festività della Madonna del Fuoco patrona della Diocesi di Forlì, un culto molto sentito in tutta la Romagna.
La devozione e il culto della Madonna del Fuoco risale alla notte tra il 4 e il 5 febbraio 1428 quando un incendio distrusse una scuola dove il maestro e gli alunni si erano dimenticati di spegnere le braci che ardevano nella stufa.
L'incendio ridusse in cenere l’intera costruzione, si salvò solo una xilografia raffigurante la Vergine con il Bambino.
Anche a San Mauro per la presenza dei canapini si diffuse il culto e la venerazione per la Madonna del Fuoco di Forlì. La scelta dei canapini a protettrice del loro lavoro e della loro merce era motivata dall’alta infiammabilità della canapa.
A conferma dell’importanza e del ruolo che i canapini avevano nel tessuto sociale Sammaurese riportiamo il testo di un documento del 1790 conservato nell’archivio storico del nostro Comune.
Dal documento risulta che i canapini “FILIPPO SPADAZZI, DOMENICO GUIDI, SEBASTIANO GIORGETTI, FELICE GAZZONI, MATTEO BRICI, GIUSEPPE SANTINI, GIULIO DELLA ROCCA, e GIUSEPPE GORI intendono a loro spese porre in chiesa un’immagine della Madonna del Fuoco ai lati dell’altare maggiore e di obbligarsi annualmente a solennizzarne la festa colla maggiore pompa e decoro possibile. La spesa annua debba farsi da tutti gli otto sig.ri associati e per l’osservanza di quanto sopra saranno obbligati i loro eredi…così giurarono”.
Interessante notare come quasi tutti i cognomi (Spadazzi, Guidi, Giorgetti, Gazzoni, Santini, Della Rocca, Gori) dei canapini sono, dopo oltre 230 anni e 10 generazioni, arrivati sino a noi, mentre il cognome Brici è praticamente scomparso.
Una curiosità a proposito di Matteo Brici, il suo nome compare quale Priore nella lapide in latino della Celletta Mariana di Via Rio Salto I tratto questa la scritta: “Columnelam Virgini Deiparae Sacram Cives Sanmaurenses Aere Conventus PP DOMINICO ZARICCHIO ET MATTHAEO BRICCIO II Viris Anno Post Christum Natum – Colonnella Dedicata alla Vergine Madre di Dio i Cittadini di San Mauro con il denaro della comunità eressero essendo DOMENICO ZARICCHI e MATTEO BRICI Priori nell'anno dopo Cristo 1784”.
Un’altra importante curiosità, nel 1679 il Vescovo di Rimini Mons. Marco Gallio emise un decreto, questo il testo: “che nessuno possa portare a macerare lino e canepa nel Rio della Possessione di San Pietro in Giovedia (Rio Salto) spettante al venerabile seminario”. Molto probabilmente il decreto era motivato dal fatto che i canapini costruivano delle chiuse che impedivano il regolare deflusso del corso d'acqua, e anche dai miasmi che la macerazione produceva.
Per più di trent’anni la festa viene celebrata regolarmente, fino alla morte degli otto canapini. I discendenti per liberarsi del pesante obbligo ereditato, nel 1822 presentano al Vescovo di Rimini la richiesta di essere svincolati dall’obbligo.
La richiesta sarà accolta con l’estinzione dell’obbligo di celebrare la ricorrenza.
La devozione e la festa patronale della Madonna del Fuoco saranno celebrate a San Mauro sino alla vigilia dell’ultima guerra mondiale.
Ultimi Commenti