Abbiamo chiesto del segretario del Pd di San Mauro Pascoli, Eros Fioroni, un’analisi del recente voto politico. Un voto, si ricordi, che ha visto il Pd al minimo storico in paese. Ecco il suo intervento che non risparmia dure frecciate al renzismo degli ultimi anni. E un annuncio clamoroso: le dimissioni dall’incarico, dopo appena quattro mesi alla guida del Pd.
San Mauro Pascoli non ha fatto alcuna differenza rispetto ai risultati nazionali. Vedremo, se al momento in cui il sammaurese sarà chiamato alle urne per scegliere Consiglio comunale e Sindaco, si verificherà quel che da sempre succede in questo Stato lacerato.
Ossia se ancora una volta il Popolo, che vota per il canto delle Sirene quando si tratta della lontana Roma, tiene invece l’occhio sul pezzo quando si tratta del proprio personalissimo giardino di casa. Sarebbe una sicurezza, ma sono caduti così tanti pezzi che non è detto non cada tutta la volta celeste. C’è da stare in guardia, c’è da lavorare perché non accada questo peggio in questa nostra più prossima prossimità.
Quando si svende a prezzi di liquidazione per cessata attività tutta la propria identità, non si ha più un viso con occhi da fissare negli occhi di chi ti guarda, il Partito è diventato un qualcosa senza volto. Il solo volto del Partito è stato quello di un divisivo segretario e basta. E quando non si ha più un’identità, è normale che nessuno sia più in grado di riconoscerti. Se nessuno ti riconosce, nessuno potrà riconoscersi in ciò che sente di simile a sé in te. Per questo abbiamo perso.
È ora di farla finita con le americanate, che vuol dire che le primarie non ci appartengono. È una cosa che va bene per gli americani non per noi. Sono i Congressi che figliano i segretari e le dirigenze, non il plebiscitarismo cambiato di nome e battezzato “primarie”.
I vincitori di questa tornata elettorale non hanno abolito l’articolo 18, non hanno cercato di cancellare la Costituzione ed il Senato della Repubblica (… per poi andarne ad occupare uno scranno una volta fallito il colpo..), non hanno parlato a vanvera di “skills”, “nuove competenze”, “statuto dei nuovi lavori” ed altre inutili corbellerie che non appassionano i moltissimi che devono mettere insieme l’insicurezza di un giorno con quella del giorno venturo; non hanno piegato la testa ai diktat di un “mercato comune europeo” che non è, né uno “Stato Federale”, né uno “Stato Confederale”; non hanno salvato le banche a discapito del Popolo; non si sono inchinati proni alla dismissione della sovranità patria in favore di un consiglio di amministrazione fatto di eurocrati sordi alle nostre esigenze.
I vincitori dal canto loro hanno promesso a un mondo di famiglie operose una tassazione progressiva di natura percentuale facile da visualizzare (la realtà fiscale nascosta sotto tal concetto non è come la si è pubblicizzata, ma questo è il messaggio che è passato), e promesso ad un mondo di bisogni, in cui l’assenza dello Stato è endemica da dopo l’annessione piemontese al Regno di Sardegna in sino ad oggi, il ritorno di uno Stato “buon padre di famiglia che ci pensa lui a te”, di un paternalismo assistenzialista che non aveva il pari neppure nello statalismo totalizzante di sovietica memoria.
Un uomo una pancia, una pancia un voto.
Figli di operai e nipoti di contadini che ci hanno fatto studiare perché migliorassimo noi stessi ed il nostro Paese: oggi abbiamo messo giacca e cravatta o il maglioncino trendy di chi vuole spacciare di sé un’immagine casual, ma di successo.
E dentro, dentro ci siamo vergognati di essere nipoti di comunisti, di socialisti, di operai di metalmeccanici di casalinghe madri e lavoratrici. Ci siamo vergognati di essere Figli del Popolo!
Abbiamo ripudiato il Popolo, ed il Popolo, che se n’è accorto: ha ripudiato noi.
Ecco perché abbiamo perso.
Eros Fioroni
Segretario Pd San Mauro Pascoli
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