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Cercal scarpa ambienteQual è l’impatto ambientale di una scarpa da donna decolletè in pelle? La risposta arriva da un progetto sperimentale promosso dalla Regione Emilia Romagna e condotto da Ervet (i ricercatori Alessandro Bosso e Guido Croce), in collaborazione con la scuola internazionale del Cercal. L’iniziativa ha coinvolto 5 aziende del distretto calzaturiero di San Mauro Pascoli: due calzaturifici (Casadei e Pollini), 1 suolificio (Giglioli), 1 tacchificio (Zanzani), 1 tomaificio (Smarth Leather).

Si tratta del primo studio su questo prodotto e rientra tra le esperienze pilota promosse dalla Commissione Europea per la sperimentazione della PEF - Product Environmental Footprint, un metodo innovativo per misurare le prestazioni ambientali di un prodotto/servizio, basato sull’analisi del ciclo di vita.

L’obiettivo dell’iniziativa, che studia tutte le fasi di produzione di una scarpa (dall’allevamento bovino allo smaltimento del prodotto a fine vita), è quello di fornire dati concreti e oggettivi sull’impatto dei consumi idrici, energetici e in fatto di emissioni di gas a effetto serra. Uno strumento di comunicazione per le imprese e il territorio, che presenta in modo trasparente ed affidabile le prestazioni ambientali dei prodotti.

Sotto la lente di questa analisi c’è la calzatura femminile, un prodotto complesso fatto di artigianalità, creatività e produzione industriale, secondo la tipologia d’alta moda del distretto sammaurese. Lo studio PEF rappresenta il punto di partenza per l’eco-design di un prodotto, infatti consente di individuare le fasi più impattanti del processo e di riprogettare la scarpa adottando soluzioni maggiormente sostenibili. Inoltre la PEF rappresenta un metodo di qualificazione ambientale riconoscibile nel mercato nazionale e internazionale. Lo studio costituisce un riferimento utile per tutte le imprese del distretto calzaturiero interessate a cogliere questa opportunità.

Da ricordare che questa iniziativa fa parte del progetto PREFER, co-finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea. Si tratta di un progetto di più ampio respiro che oltre al distretto calzaturiero di San Mauro, vede coinvolti altri distretti italiani: Settore Cartario - Distretto cartario di Capannori; Settore Abbigliamento - Distretto della moda Toscano; Settore Abbigliamento - Distretto di Varese; Settore agroalimentare - Distretto di Nocera; Settore agroalimentare - Distretto del pomodoro da industria del nord Italia; Settore vinicolo - Distretto di Asti; Settore del Legno – Distretto Lombardo. Oltre ad ERVET, la partnership di progetto è composta da: Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (capofila), CentroCot di Busto Arsizio, Consorzio per la tutela dell’Asti, Patto dell’Agro e Regione Lombardia. Il valore complessivo del progetto, che riguarda le sperimentazioni relative a 8 distretti produttivi in oltre 3 anni di attività (ottobre 2013-dicembre 2016), è di circa 1.500.000 euro.

Tutte le informazioni sul progetto PREFER e sui risultati delle azioni pilota nei distretti sono disponibili sul sito www.lifeprefer.it.

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Ultimi Commenti

Finalmente sono tornati! Vediamo cosa combineranno in questa nuova avventura aahahahahaBravo Moeri!...
Daniele Scarpellini ha inserito un commento in Primo Consiglio Comunale della nuova Amministrazione Guidi
Complimenti per la sua elezione ,Le auguro un ottimo lavoro.
hola ha inserito un commento in MITI E LEGGENDE DELL'ANTICA GRECIA
non è stato da aiuto☹️

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