SAN MAURO PASCOLI – (20 Marzo 2006) – Articolo tratto da TTL de La Stampa dal titolo “Anche a Pascoli piaceva la piadina” del 18 marzo 2006 a firma di Giovanni Ruffa.
«La piadina o piada tradizionale e tipica, seriamente ed esclusivamente tale, è il "pane" identitario dei romagnoli". Se questa è la definizione come poteva Graziano Pozzetto, che della Romagna del gusto è il massimo esploratore, appassionato e instancabile, non dedicargli un lavoro esclusivo? Così, dopo il formaggio di fossa, lo scalogno, la salama da sugo, i frutti dimenticati e tanto altro, ecco La piadina romagnola tradizionale, uno studio che è una summa, un'enciclopedia, ma anche uno sfogo, forse un grido di dolore. Dopo un racconto di Tonino Guerra, altro romagnolo orgoglioso, e un saggio storico di Piero Meldini - che accompagna il percorso di questo cibo popolare dalla probabile origine romana alla nascita trecentesca del nome, dalle citazioni in testi del Seicento all'onnipresenza nelle diete ottocentesche, fino alla costruzione del suo mito gastronomico a partire dal secondo dopoguerra - il volume si apre con un'antologia di scritti storici e letterari sulla piada, seguita da un florilegio poetico che può contare pure su Giovanni Pascoli. Poi si entra nel merito gastronomico con gli abbinamenti tradizionali e non - dalle carni ai pesci ai formaggi alla frutta -, con le ricette, le varianti geografiche e le "consorelle" emiliane, italiane, nel mondo. E ancora si parla di farine, di valori nutrizionali, dei luoghi della piada, dei tegliai di Montetiffi. Chiusura dolceamara con la questione della Indicazione geografica tipica, riconoscimento europeo rivendicato per un prodotto industriale che di quello tradizionale non conserva nemmeno uno dei tratti caratterizzanti: preparazione manuale, cottura sulla teglia, consumo immediato. Ma così va il mondo dei prodotti "tipici". LA PIADINA ROMAGNOLA TRADIZIONALE di Graziano Pozzetto Panozzo Editore, Rimini, pp. 431, e16 LEGGERE DI GUSTO» (da TTL de La Stampa dal titolo “Anche a Pascoli piaceva la piadina” del 18 marzo 2006 a firma di Giovanni Ruffa)
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